I remember DFW

Quello che non sopporto oggi è che David Foster Wallace si sia suicidato.

A sorpresa su un blog che frequento molto compare questo pezzo (di cui qui si trova la versione inglese, più o meno). Non è probabilmente molto elegante postare su un blog il link ad un altro blog che a sua volta riporta un pezzo tratto da un discorso finito in un libro. Però siccome vale proprio la pena di leggerle ste tre paginette me ne frego della netiquette e pubblico. Buona lettura.

4 Responses to I remember DFW

  1. alessandro ha detto:

    molto bello, potente. grazie per la segnalazione, la userò prossimamente 🙂
    nessun problema per la netiquette, direi. anzi è apprezzato nella blogosfera, come nei social network, il documentare il percorso che il blogger ha fatto per raggiungere un contenuto. non è necessario rendere conto di tutti i passaggi, personalmente cerco di mettere in evidenza l’ultimo (chi mi ha fatto conoscere qualcosa) e la fonte originale. i passaggi intermedi li segnalo solo se mi servono nelle considerazioni che faccio io.

  2. imadashell ha detto:

    Non so se e quanto conosci DFW… per leggerlo val la pena di superare la paura del post-moderno che molti lettori hanno. Stava più o meno sempre a questi livelli, che scrivesse un discorso a degli universitari, un saggio sulle aragoste, una storia dell’idea di infinito o un romanzo di oltre 1000 pagine. Aspetto con impazienza la pubblicazione nel 2011 di The Pale King, il romanzo postumo, incompiuto.

  3. alessandro ha detto:

    so che prima o poi leggerò infinite jest, che mi è stato raccomandato da diversi amici, ma non è certo per paura del postmoderno che non l’ho ancora letto 🙂 una certa idea della grandezza di DFW ce l’ho e questo brano me la conferma.

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